giovedì 21 gennaio 2010

AFI protesta: a Sanremo spazio solo per le grandi Majors - Che ne pensate?

Milano, 19 Gennaio 2010 - “Per il secondo anno consecutivo le circa 190 aziende discografiche associate ad AFI sono rimaste fuori dalla categoria Giovani del Festival di Sanremo”. Questa la denuncia, dettata da un disappunto molto più che formale, con cui il presidente dell’Associazione Fonografici Italiani, avv. Leopoldo Lombardi, ha scelto di esprimere in una nota di protesta.
I fatti sono noti: nei giorni scorsi sono stati pubblicati i nomi dei giovani artisti scelti per partecipare alla 60° edizione del Festival di Sanremo. Le aspettative dei Produttori Discografici Indipendenti erano elevate visto che ben 22 artisti, legati ad etichette iscritte all’Afi, su 78 erano stati convocati alle audizioni live conclusive. Ma la delusione è stata tanta quando si è appreso che, nella lista dei nominativi degli artisti scelti per partecipare nella categoria Nuova Generazione, nessuno apparteneva alle aziende legate ad Afi, storica associazione che raggruppa la maggior parte delle imprese discografiche nazionali. Molti, invece, i nomi legati ad aziende multinazionali.
Nella categoria Big non è andata meglio. Le aziende AFI si sono viste rappresentare con un solo artista sui 16 partecipanti. Va ricordato che qui la scelta dipendeva esclusivamente dal Direttore Artistico.
“Dobbiamo prendere atto della forte discriminazione riservata alle etichette indipendenti nostre associate. Decisioni di questo tipo, che determinano di fatto l’esclusione degli artisti legati alle etichette italiane indipendenti – ha commentato Leopoldo Lombardi – emarginano un intero sistema, già escluso dai talent show televisivi appannaggio esclusivo delle multinazionali e penalizzato dalla pirateria digitale, dall’assenza di aiuti e facilitazioni fiscali, previsti invece in altri paesi”.

Decreto Ministeriale Copia Privata

L'AFI è lieta di comunicarVi che in data 14/12/2010 il Ministro per i Beni Culturali, Sandro Bondi, ha firmato il Decreto di rideterminazione del compenso per copia privata.

Termina così, con soddisfazione per tutti i detentori di contenuti culturali, una lunga lotta durata 6 anni che ha visto la nostra Associazione, impegnata in prima fila, a richiedere l’applicazione della legge anche ai nuovi supporti.
La determinazione, infatti, interviene a 6 anni di distanza dal Decreto Legislativo n° 68/2003 che era stato emanato in attuazione della normativa comunitaria.
In questo modo, si riconosce l’applicazione del compenso dovuto ai sensi dell’art. 71 septies della legge 22/04/1941 n° 633 a tutti i nuovi supporti, in modo tale da coprire l’evoluzione del Mercato e degli apparecchi assoggettati a compenso.

Ad esempio sono finalmente soggetti a compenso:

- i telefoni cellulari nella misura di € 0,90
- i pc senza masterizzatore residente nella misura di € 1,90
- i pc con masterizzatore residente nella misura di € 2,40
- le chiavette USB nella misura di € 0,10

Inoltre è stato recepito dalla norma il criterio di applicazione di un compenso variabile a seconda della capacità di memoria di ogni supporto.

In concreto, le entrate da copia privata risulteranno avere un notevole incremento per tutti i titolari di contenuti culturali inclusi i produttori fonografici.
E pertanto, è prevedibile un sensibile aumento di tale voce, che andrà parzialmente a compensare i minori introiti causati da una serie di fenomeni, tra cui la pirateria digitale.
E’ motivo di grande soddisfazione, vedere che molti dei punti da AFI sollevati in occasione dell’Audizione presso l’apposita Commissione svoltasi il 3 Luglio 2009, hanno trovato accoglimento.